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Eventi e post pandemia, ecco cosa aspettarsi secondo la ricerca Epson

Una volta che le misure di blocco verranno allentate, gli europei si troveranno travolti da un’ondata di entusiasmo post-pandemia per gli eventi quali festival, concerti, intrattenimento dal vivo e attrazioni turistiche

Pubblicato il 21 Apr 2021

Eventi e post pandemia

Ci sarà un forte “rimbalzo” per l’industria degli eventi, una volta che le misure di blocco saranno allentate: è quanto rilevato da una nuova ricerca a livello europeo commissionata da Epson. L’indagine, che è stata progettata con l’assistenza del professor Steven Taylor, uno psicologo che ha studiato l’impatto delle pandemie sul comportamento sociale umano, suggerisce che gli europei si troveranno travolti da un’ondata di entusiasmo post-pandemia per gli eventi quali festival, concerti, intrattenimento dal vivo e attrazioni turistiche.

Quanto mancano gli eventi e quali sono le reazioni delle varie fasce di popolazione

Condotto in cinque Paesi (Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito,) sulle persone che amano gli eventi, questo studio ha rivelato che quasi nove su dieci (89%) hanno riferito di sentire la mancanza agli eventi e più di nove su dieci (92%) non vedono l’ora di parteciparvi di nuovo una volta che le restrizioni saranno abolite.

La ricerca suggerisce, inoltre, che la domanda di partecipazione sarà ancora più forte dopo la pandemia di quanto non fosse prima dell’inizio delle restrizioni. In Italia un’alta percentuale (84%) sta pianificando di andare allo stesso numero di eventi o a un numero maggiore una volta che le restrizioni saranno rimosse (in Europa il dato si discosta di poco: 83%) e, tra coloro che programmano un numero più elevato di partecipazioni, oltre la metà in Italia (61%) ha riferito che andrebbe a più eventi perché “la vita è breve” e vogliono “recuperare il tempo perso” (contro il 56% dell’Europa).

Il sentimento “la vita è più breve” è più alto in Italia (61%) contro la media europea (55,8%) e vede la Silent Generation (nati prima del 1946) e i Baby Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) le categorie più attente/entusiaste (68,8%), oltre a registrare un 67,6% fra le donne. Più della metà ha anche detto che gli eventi sociali “fanno bene alla mia anima e mi rendono felice”, il che è particolarmente vero in Spagna con il 57,6%, e in Italia con un 47,8%.

Più nello specifico, la ricerca rivela che molte persone dicono di aver trascorso l’isolamento mancando gli eventi e ricordando quelli a cui avevano partecipato in precedenza. Più della metà della media europea (54%), rispetto al 50,3% dell’Italia, ha trascorso il lockdown condividendo ricordi di eventi passati con amici e familiari, mentre il 51% europeo, contro il 61% dell’Italia, ha ammesso di guardare concerti ed eventi online o in TV come sostituto della partecipazione agli eventi. Il 78% dice che “vedere e/o programmare eventi con amici o familiari” li fa sentire felici, mentre il dato italiano registra un 74,2%.

In Europa, più di sei su dieci (63%) hanno detto di essersi sentiti annoiati, tristi e frustrati per non essere in grado di andare agli eventi durante i lockdown pandemici, mentre l’Italia registra un 59,4% ed è più alto per le donne con il 60,6%, le categorie Generazione Z (nati tra il 1994 e il 2001) con il 65,8% e Millennials (nati fra il 1980 e il 1993) con il 62,4%. Rispetto alla media europea, il Bel Paese inoltre rileva uno dei dati più alti anche per la voce “tristezza” con il 48%, preceduta solo dal 58% della Spagna.

Le categorie italiane più tristi sono le donne (55,4%) e la Silent Generation (75%). A livello europeo, invece, annoiarsi è l’emozione più alta nel Regno Unito (48%), nella Generazione Z (52,2%) e nelle donne (45,9%). In Francia, il ‘denaro risparmiato’ è il più menzionato con il 44%, contro il 36,6% dell’Italia, mentre i tedeschi sono ugualmente ‘annoiati’ o dicono di aver ‘risparmiato’ (43%).

La ricerca rivela che la pandemia ha incoraggiato le persone ad apprezzare di più le piccole cose e a dare maggior valore a ciò che è stato loro negato. Una volta che le restrizioni saranno rimosse, questo probabilmente si tradurrà in un periodo di maggiore apprezzamento o cosiddetta “crescita post-traumatica”.

Complessivamente, in Europa il 43,9% ha affermato che una volta terminata la pandemia “apprezzeranno di più le persone che amano e/o avranno un rinnovato apprezzamento del legame con gli amici e la famiglia per le esperienze condivise”, contro il 35,4% in Italia, mentre rispetto al 41,7% europeo che afferma che “coglierà ogni opportunità per vivere appieno la vita e o uscire e divertirsi” dopo la fine dell’isolamento, il dato italiano si attesta al 44,8%. In tutti i gruppi di età, le caratteristiche di crescita post-traumatica sono più evidenti nelle generazioni più anziane come i Baby Boomers e la Silent Generation. Le donne sono anche più propense degli uomini a mostrare caratteristiche di crescita post-traumatica ottimistiche che confermano la vita.

La psicologia spiega i risultati

“Il sondaggio – ha commentato il professor Steven Taylor – indica che la stragrande maggioranza delle persone è desiderosa di riprendere la vita sociale pre-pandemia, che include anche la partecipazione ad eventi esperienziali dal vivo. Ciò sottolinea il fatto che le persone sono pronte e che la maggior parte tornerà ai livelli di socializzazione precedenti alla pandemia, indipendentemente da come si sentono in questo momento. La gente vorrà uscire e socializzare e questo movimento avverrà rapidamente. In effetti, quando la gente si riprenderà, mi aspetto che ci sarà un breve periodo di iper-socialità, una sorta di ripetizione potremmo dire di quanto avvenne nei periodi post- bellici negli anni ’20 del secolo scorso. Gli eventi dal vivo giocheranno un ruolo importante in questo contesto”.

L’analisi dei risultati da parte del professor Steven Taylor suggerisce anche che le persone potrebbero aver sottovalutato il loro desiderio di partecipare ad eventi dal vivo, e in tal caso il rimbalzo sarà ancora più significativo del previsto.

“La ricerca – ha aggiunto Taylor – mostra che le persone hanno difficoltà a prevedere cosa le renderà felici. In parte questo è dovuto ai” pregiudizi di ancoraggio”, una situazione che si verifica quando le persone fanno previsioni sul futuro sulla base del loro stato d’animo e dei loro sentimenti attuali. Attualmente le persone sono in uno stato di “stanchezza pandemica”, si sentono stressate e alcune soffrono di minime forme di depressione che introducono un livello di pregiudizio negativo quando pensano ai loro piani futuri. Di conseguenza, è probabile che le persone stiano sopravvalutando la loro ansia di partecipare agli eventi. Alcune persone potrebbero essere preoccupate la prima o la seconda volta che andranno a un evento, ma è probabile che le loro ansie si dissipino rapidamente. La maggior parte delle persone si riprenderà. Questo è quello che è successo in passato e succederà di nuovo”.

Neil Colquhoun, vicepresidente di Professional Displays di Epson Europa, ha concluso: “L’industria degli eventi deve prepararsi a un’impennata senza precedenti della domanda una volta terminato il blocco. È probabile che il rimbalzo sarà ancora più forte di quanto si possa immaginare. La ricerca ci dice che tra i consumatori che hanno partecipato a uno o più eventi negli ultimi due anni, quasi tutti ne hanno sentito la mancanza in questo periodo e non vedono l’ora di andare a nuovi eventi, oltre a pianificare di andare allo stesso o maggior numero una volta che il blocco finirà. L’industria degli eventi ha sofferto molto durante il lockdown, ma questa ricerca mostra che c’è luce alla fine del tunnel. Possiamo aspettarci una reale atmosfera di festa post-pandemia e gli organizzatori di eventi e attrazioni si staranno preparando per sfruttare al meglio l’aumento della domanda”.

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