Secondo l’EY Venture Capital Barometer 2020 (l’analisi di EY sull’asset class realizzata in collaborazione con VC Hub Italia, associazione del venture capital), l’anno scorso è risultato essere il migliore dell’ultimo quinquennio in termini di finanziamenti complessivamente raccolti da startup e scaleup italiane da fondi di venture capital, nonostante l’emergenza pandemica in corso.
Tutti i dati dell’EY Venture Capital Barometer 2020
Nell’analisi delle operazioni di investimento azionario da parte di fondi di venture capital in aziende innovative in fase di costituzione o durante i primi anni di attività, è emerso che, nonostante la situazione di crisi determinata dalla diffusione della pandemia, lo scorso anno il venture capital in Italia ha registrato un anno importante.
Pur a fronte di una riduzione del 37% del numero di deal (111 contro i 175 del 2019), la raccolta complessiva di capitali da parte delle startup e scaleup italiane è stata pari a 569 milioni di euro, con una crescita del 55% rispetto all’anno precedente, quando questa si era attestata a 367 milioni di euro. Questi dati fanno emergere un ulteriore elemento positivo, ossia l’aumento del valore medio d’investimento (passato dai 2,1 milioni del 2019 ai 5,1 del 2020), segnando così un cambio di passo rispetto agli anni precedenti e consentendo all’Italia di colmare un po’ della distanza rispetto ad altre economie Europee.
Così ha commentato Marco Daviddi, Mediterranean Leader dell’area Strategy and Transactions di EY: “Il 2020 ha visto una buona crescita degli investimenti di Venture Capital. Dal 2016 ad oggi il tasso di crescita annuale medio è stato nell’ordine del 25%. I recenti interventi e strumenti a supporto dell’ecosistema di innovazione nel nostro Paese iniziano a mostrare i propri frutti, non tanto da un punto di vista di volumi investiti, quanto nel creare un’efficace infrastruttura materiale e immateriale a supporto della creazione di un’impresa innovativa. Questa è la precondizione per poter essere competitivi anche verso i capitali internazionali, ancora scarsamente presenti in Italia in questo settore. Solo attirando tali capitali con idee imprenditoriali vincenti in un contesto organizzato ed efficace potremo recuperare la distanza che ora appare incolmabile con Francia, Germania, UK e Israele, favorendo anche la crescita sostenibile e nel lungo termine del nostro tessuto economico”.
Ha aggiunto Massimiliano Vercellotti, EMEIA EY Private Deputy and Assurance Leader: “Ad un anno di distanza dall’avvio dell’emergenza Covid-19 nel nostro Paese, possiamo dire che l’ecosistema nazionale dell’innovazione ed in particolare delle startup abbia vinto la sfida più grande: restare competitivo in un nuovo scenario, segnato da grandi sconvolgimenti ma anche grandi opportunità. In questo rinnovato contesto abbiamo assistito all’accelerazione di importanti fenomeni legati in primis alla rivoluzione digitale, dove l’asset tecnologico strategico per le giovani realtà imprenditoriali ha giocato un ruolo decisivo per attrarre nuovi capitali, anche e soprattutto esteri. Le priorità degli investitori si sono evolute concentrandosi verso quelle realtà che si sono dimostrate più mature e con il maggiore potenziale garantendo un passo avanti importante di tutto il nostro ecosistema italiano. Rilevante, in questi mesi, anche il supporto del Pubblico, mai così presente in passato, che ha garantito un’iniezione di risorse nel mercato con una visione strategica a sostegno di una crescita concreta e sostenibile”.
L’EY Venture Capital Barometer 2020 ha messo in luce l’aumento del valore medio degli investimenti in venture capital lungo tutte le fasi di vita delle startup e scaleup prese in esame. Rispetto all’anno precedente, infatti, nel 2020 il numero delle operazioni con una raccolta di capitale superiore ai 10 milioni di euro è raddoppiato, passando dalle 7 operazioni registrate nel 2019 (di cui 4 superiori a 20 milioni di euro) alle 14 del 2020 (di cui 6 superiori a 20 milioni di euro). Un altro elemento che caratterizza questo cambio di passo è la forte riduzione del numero di round relativi alle fasi pre-seed, seed ed early VC, che nel 2020 hanno registrato una contrazione superiore al 100% rispetto al 2019. Sebbene la distanza con i principali Paesi europei sia ancora elevata, il venture capital italiano sta lentamente riducendo quel gap che ci aveva contraddistinto negli anni passati.
Francesco Cerruti, Direttore Generale di VC Hub Italia ha dichiarato: “Pochi aspetti della vita di ognuno di noi sono stati immuni da grandi cambiamenti nel 2020 e così è stato anche per la natura degli investimenti in innovazione in Italia. Infatti, a fronte di un numero calante di operazioni, abbiamo assistito ad una loro maggiore concentrazione che permette così al nostro Paese di ripercorrere le orme di alcuni fra gli ecosistemi europei innovativi più maturi. Il trend del 2020 ci mostra infatti un nuovo slancio nel modo di investire in innovazione che premia le realtà con maggiore potenziale e margine di crescita”.
Gli investimenti regione per regione
Sul podio, al primo posto, troviamo la Lombardia, che si conferma come la regione dove si concentra il maggior numero di operazioni (55 nel 2020 contro le 81 del 2019) con una raccolta complessiva di 391,6 milioni di euro, pari al 68,8% del totale nazionale. Principale hub innovativo del Paese, anno dopo anno,
la Lombardia continua a confermarsi come un polo di attrazione primario per gli investimenti del venture capital a livello nazionale. Secondo posto per il Piemonte, con 10 operazioni e 46,6 milioni di euro di capitali raccolti (8,2% del totale), mentre in terza posizione troviamo il Lazio, che con 11 deal ha attratto investimenti per 29,3 milioni di euro (5,1% del totale). Seguono il Veneto (29,2 milioni di euro raccolti – pari al 5,1% del totale – in 4 operazioni) e la Toscana (6 deal per 24,6 milioni di euro, corrispondenti al 4,3% del totale). Con 13,9 milioni di euro (2,4% del totale), l’Emilia-Romagna si piazza al sesto posto, seguita da Friuli-Venezia Giulia (10,7 milioni – l’1,9% totale) e Sardegna (8,1 milioni, pari all’1,4% del totale). Nona posizione per la Campania (5,9 milioni di euro raccolti, corrispondenti all’1% del totale nazionale) seguita dalla Puglia, che ha visto una raccolta di 4 milioni di euro – appena lo 0,7% del totale.
Dall’undicesima alla quattordicesima posizione troviamo rispettivamente Liguria (3,2 milioni), Sicilia (1 milione), Trentino-Alto Adige (700 milioni) e Calabria (400 milioni). A quota zero capitali raccolti ben sei regioni: Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Dal barometro di EY emerge con chiarezza come, nonostante la creazione di fondi dediti agli investimenti in startup e scaleup innovative del Sud Italia, i risultati del venture capital nel meridione risultino ancora oggi ben lontani da quelli raggiunti dalle regioni del Nord Italia.
Quali sono stati i settori e le operazioni migliori?
Il Fintech è stato senza dubbio il settore che lo scorso anno ha catalizzato maggiormente l’attenzione degli investitori, con 173,4 milioni di euro raccolti da 15 startup e scaleup italiane. Seguono i settori Health e Life Science (101,8 milioni), Food and Beverage (66,1 milioni), Software & Digital services (58,9 milioni) e Transportation and Delivery (43,4 milioni). I capitali raccolti dalle aziende innovative che operano in questi cinque settori sono pari a oltre il 78% dei capitali investiti dal venture capital in Italia nel 2020.
Le cinque operazioni che nel corso del 2020 hanno raccolto i finanziamenti più consistenti sono quelle che hanno interessato Satispay (93 milioni raccolti da investitori internazionali del calibro di Square, Tencent e Lgt Lightstone, oltre alla nostrana Tim Ventures), Aidexa (su cui Generali Gruppo, Banca IFIS e Banca Sella hanno investito 45 milioni di euro), Cortilia (34 milioni raccolti lo scorso dicembre da P101 Ventures, Primomiglio SGR, Five SeasonsVentures, Red Circle Investment e Indaco SGR), Enthera Pharmaceuticals (protagonista di un round serie A da 28 milioni con AbbVie, Sofinnova Ventures e Indaco SGR) e Milkman (25 milioni da 360 Capital Partners, Vertis SGR, P101 e Poste Italiane).