Il mondo Insurtech italiano risulta dinamico e in fermento, anche nel confronto con un ecosistema finanziariamente maturo come quello svizzero, dal quale emerge come le startup italiane siano più attente alla sostenibilità e più pronte alla collaborazione con centri di ricerca, istituti finanziari e altri attori, mentre le svizzere mostrano una maggiore proiezione internazionale. Sono alcuni risultati dell’indagine L’Ecosistema Insurtech tra Svizzera e Italia dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.
Start Insurtech italiane e svizzere
Nel 2021 sono 128 le realtà Insurtech con sede principale in Italia o founder italiano, di cui il 66% è attiva nel Nord, mentre le restanti si dividono fra il Centro (16%), Sud (12%) ed estero (6%).
Per poter paragonare l’ecosistema italiano con quello svizzero, sono state selezionate solo le 41 startup italiane e le 35 startup svizzere con il maggior focus Insurtech, escludendo le Techfin, le startup attive in settori adiacenti con interesse per il mondo Insurtech e quelle con founder italiano ma sede all’estero.
Dal confronto fra le startup svizzere e quelle italiane emergono similitudini e divergenze. Fra i due Paesi c’è uno scambio intenso, con il 46% delle startup svizzere che opera in Italia e il 29% delle italiane che è attivo in Svizzera.
Ma le startup Insurtech elvetiche hanno una maggior proiezione internazionale: il 49% opera nel resto dell’Europa (contro il 37% delle italiane), il 37% in Asia (solo il 7% fra le italiane), un altro 37% in Africa (nessuna italiana), il 34% nelle Americhe (il 7% delle italiane) e il 45% in Oceania (contro il 4% delle italiane).
In entrambi gli ecosistemi si osserva una marcata concentrazione in un’area del Paese, a Milano per startup italiane (il 40%) e a Zurigo per quelle svizzere (il 54%). E le tecnologie più utilizzate sono le stesse: API (rispettivamente il 71% per le italiane e il 46% per le svizzere), Big Data Analytics (63% e 54%) e AI (56% e 54%).
Le differenze
“L’innovazione digitale in ambito assicurativo – ha commentato Marco Giorgino, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech – è un fenomeno di dimensioni ancora non particolarmente rilevanti, con poche startup rispetto a quanto registrato nel Fintech, ma dal grande potenziale, dimostrato dall’entità dei finanziamenti ricevuti a livello globale, in media 1,4 volte più elevati rispetto proprio alle Fintech. La Svizzera è un mercato che sta dando segnali importanti, da cui possiamo imparare in termini di proiezione internazionale e con un’offerta variegata e presente in diversi stadi della value chain. D’altro canto, le startup italiane si dimostrano più attente alla sostenibilità e aperte alla collaborazione con attori terzi. Intensificare gli scambi e le collaborazioni fra questi due ecosistemi potrebbe creare sinergie e opportunità interessanti di sviluppo per l’intero settore”.
Ad oggi, una importante differenza tra le startup italiane e quelle svizzere è il target a cui si rivolgono. Le Insurtech italiane propongono le proprie soluzioni soprattutto ai singoli individui (85%) e agli attori non finanziari (76%), che sono entrambi serviti solo dal 43% delle startup elvetiche, più orientate invece verso gli attori finanziari (71%, contro il 63% delle italiane).
In Italia, poi, il ramo assicurativo di riferimento è molto variegato, con una startup su due con orientamento trasversale a molti comparti (49%) e un sostanziale equilibrio fra i singoli settori (29% salute, 27% casa, 27% vita e 27% professionale). In Svizzera, invece, ci si concentra sui settori auto (40%) e casa (20%) o su soluzioni trasversali (37%). Se si guarda alle attività della value chain, le startup di entrambi i Paesi sono attive soprattutto nella vendita, gestione e sottoscrizione dei contratti (86% le svizzere, 76% le italiane). Oltre una Insurtech elvetica su due si occupa anche di product development (54%) e gestione sinistri (54%), più di un terzo di attività di back-office (37%), mentre In Italia le altre attività sono secondarie: il 41% si focalizza sulla gestione sinistri, un quinto lavora a product development (20%), back office (22%) e asset management (20%).
Sia le startup italiane sia quelle svizzere appaiono poco attente alla sostenibilità, con il 66% delle prime e l’83% delle seconde che non sta lavorando a nessun obiettivo di sviluppo sostenibile, ma fra quelle interessate le italiane sono più attive: il 27% si impegna per una maggiore sostenibilità socio-economica (contro il 15% delle svizzere) e il 15% per quella ambientale (appena il 9% fra le elvetiche).
Le Insurtech italiane sono anche più aperte rispetto alle svizzere alla collaborazione con altri attori come istituti finanziari (rispettivamente 49% e 37%), istituti non finanziari (37% e 31%), associazioni (15% e 9%), centri di ricerca (27% e 6%) e altre startup (10% e 3%).
L’evoluzione Insurtech del settore assicurativo svizzero
L’Osservatorio ha raccolto informazioni sulle principali 17 compagnie assicurative “incumbent” svizzere (che coprono l’86% del mercato locale) per indagare sulle iniziative Insurtech poste in essere.
L’82% ha avviato dei progetti nel 2021 per un totale di 36 iniziative, in media circa 2,7 per ogni compagnia attiva in progetti Insurtech. Nel 39% dei casi si è trattato di partnership, in particolare con startup (54% di questi), incumbent (8%) o altri attori (38%) in ambito domestico (54% di questi) o internazionale (46%). Il 12% ha sviluppato in-house mobile app o ha lanciato corporate startup. Quasi due terzi, il 64%, ha investito in startup (83% di questi) o in altri ambiti (17%).