Pur non brillando negli indici di digitalizzazione, ci sono segnali di sviluppo in Italia sul fronte dell’adozione delle nuove tecnologie. “Siamo al 24esimo posto su 28 Paesi UE secondo l’indice DESI 2019, ma qualcosa si sta muovendo sul fronte delle reti 5G e dell’adozione del cloud, con quest’ultimo tema che sta diventando best practice nelle grandi aziende”. Così Mila Fiordalisi, direttore di CorCom ha introdotto il recente evento Executive Exchange 2019 organizzato a Milano da VMware che ha visto la partecipazione di Stefano Mainetti, CEO di PoliHub e condirettore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a service del Politecnico di Milano e i testimonial di progetti importanti di trasformazione IT presso illycaffé e Ansaldo Energia.
Con la digital transformation che diventa una buzzword, molte aziende stanno oggi cercando di trovare la loro strada nel percorso d’innovazione. “Un percorso in cui è necessario mantenere equilibrio tra le performance e le risposte da dare alle nuove esigenze dei clienti – spiega Raffaele Gigantino, country manager VMware Italia -. Equilibrio necessario per riuscire a ottenere risultati, poter affrontare le sfide del cambiamento senza incorrere in rischi gravi”. Sul fronte dell’IT questo significa essere pronti a impiegare le nuove tecnologie: “L’edge computing, l’IoT, la blockchain – continua Gigantino -. Potersi avvalere di nuove risorse, come il cloud, senza che venga compromessa la sicurezza dei dati”. Significa inoltre riuscire a creare in azienda uno spazio di lavoro funzionale e gradevole per i dipendenti, al passo con le esigenze di mobilità e di velocità richieste dal business, ma anche da dipendenti sempre più digitali nella loro vita, condizione necessaria per le aziende che vogliono attirare il talento dei millennials. Questi sono i campi in cui, secondo Gigantino, VMware può dare il proprio migliore aiuto nei processi di trasformazione digitale delle imprese.
I quattro superpoteri per la trasformazione digitale delle imprese
Nell’attuale scenario di cambiamento, le aziende devono arruolare tecnologie che rendono flessibili i processi aziendali e che consentono di trarre profitto dalle più svariate fonti di dati. Louise Öström, vice presidente cloud Emea di VMware, parla di “quattro superpoteri” da impiegare per modernizzare aziende e processi per mettere in pratica la trasformazione digitale.
Il primo “superpotere” è il cloud. “Con il cloud è possibile usare i server e le applicazioni di qualcun altro per disporre di supporti digitali che, altrimenti, l’azienda non potrebbe permettersi”, spiega Öström. Dopo anni di scetticismo, di shadow IT e servizi cloud scelti in proprio dalle line of business (LOB), “L’IT aziendale ha preso sul serio il cloud, facendosi carico della selezione e gestione dei servizi da rilasciare”.
In soli tre anni si è passati dal “non mi serve” alla consapevolezza di non poter innovare l’azienda senza il cloud. “Cloud è anche economie di scala, riduzione dei costi per aggiornamenti di sistemi e applicazioni, sicurezza e velocità”, precisa Öström facendo l’esempio della società di giochi Playtika che impiega VMware Cloud on AWS per il rilascio dei nuovi giochi su smartphone e per dare supporto al proprio ambiente di sviluppo con centinaia di programmatori, implementato in pochi giorni grazie al cloud.
Un altro superpotere è rappresentato dalla mobilità. Smartphone, laptop, reti consentono di lavorare dappertutto e in qualsiasi momento. Persino nei Paesi in via di sviluppo, i dispositivi mobili hanno cambiato la vita delle persone dando accesso a servizi digitali per meteo, traduzione automatica e formazione. “Il mobile sta cambiando il mondo – spiega Öström – e gli investimenti in questa direzione aiutano le aziende a creare i nuovi business e ad attrarre talenti”. È il caso di Deutsche Telekom, il gigante tedesco della telefonia, che ha affrontato le proprie difficoltà nell’attrarre giovani preparati rendendo l’ambiente di lavoro più mobile e flessibile. I dipendenti hanno ottenuto miglioramenti nella qualità di vita mentre l’azienda l’opportunità di avvalersi maggiormente del loro contributo.
Il terzo superpotere è collegato con l’intelligenza artificiale (AI). L’AI permette di analizzare grandissime quantità di dati da cui sarebbe impossibile ricavare conoscenza con altri mezzi: “Negli istituti bancari, come nella pubblica amministrazione, l’AI consente di capire cosa interessa alle persone ed erogare servizi a misura del cliente”, spiega Öström, facendo l’esempio di una realizzazione presso Caixabank, mirante ad analizzare le interazioni sul sito internet. In questo modo la banca capisce a cosa sono interessati i clienti potenziali e usa queste informazioni per espandere il business.
Infine l’ultimo dei superpoteri è rappresentato dall’IoT e dai sistemi edge. Capacità d’elaborazione dati diffuse dappertutto, in smartphone, auto, prodotti di consumo, macchine utensili, dispositivi LAN e altro, “danno l’opportunità per creare nuovi servizi – spiega Öström -, per esempio, per supportare pagamenti o servizi di assistenza. Gli avvisi inviati da apparati connessi in rete permettono ai fornitori di fare analisi su ciò che non va, individuare una soluzione e agire remotamente sul software per rimediare”. La capacità di gestire sistemi edge è utile alla sicurezza. Öström porta come esempio l’impiego di VMware NSX presso l’università inglese UCLAN per garantire sia l’apertura della rete sia la sicurezza degli studenti attraverso il supporto della micro segmentazione LAN.
Le scelte chiave e il supporto tecnologico di VMware
Nell’implementazione del cloud è di particolare importanza la scelta delle logiche multicloud con cui è possibile garantire libertà di scelta nel collocamento di dati e applicazioni su servizi che offrono maggiore sicurezza o maggiore economia, così come di provider globali o più piccoli in funzione delle esigenze specialistiche o geografiche. “VMware ha la piattaforma che permette di usare insieme cloud privati e pubblici mantenendo la consistenza e il governo dell’infrastruttura – precisa Öström -. La piattaforma che permette di muovere i workload da un cloud all’altro o riportarli sui sistemi interni on premise, senza difficoltà”. L’approccio multicloud di VMware è stato recentemente rafforzato da CloudHealth (frutto dell’acquisizione da parte di VMware della società omonima alla fine dello scorso anno), strumento che analizza in modo agnostico il comportamento delle differenti piattaforme cloud fornendo indicazioni su workload e costi: “Un tool analitico che aiuta nel supporto delle strategie multicloud, permettendo di ottenere il meglio da ogni fornitore – continua Öström -. È nella nostra strategia di aiutare le aziende a rompere i silo applicativi, costruendo ponti, modernizzando e potenziando il data center, fornendo la piattaforma per facilitare il cambiamento”. La tecnologia VMware punta anche a migliorare i workspace, ossia gli spazi di lavoro fisici e virtuali aziendali, oggi sempre più eterogenei per l’uso congiunto di sistemi client Windows, MAC, iOS, terminali VDI e altri. “È importante permettere agli utenti di utilizzare la piattaforma che vogliono. VMware NSX è lo strumento che consente di garantire la sicurezza di reti e dati anche in contesti dove, assieme alle persone, sono connesse anche macchine intelligenti e sensori IoT. Queste capacità sono fondamentali per essere in linea con i cambiamenti portati dai nuovi business”, precisa Öström.
Lo scenario italiano della trasformazione digitale e l’impegno del CIO
La trasformazione digitale non è fatta di sola tecnologia, ma richiede la profonda revisione delle strategie aziendali. Questo non è sempre chiaro e in molte aziende, la tecnologia non è ancora percepita come fattore abilitante per innovare l’impresa e guadagnare agilità. Secondo Stefano Mainetti, CEO di DigitalHub e condirettore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a service, al CIO spetta quindi l’onere e l’onore di spiegare ai vertici aziendali e altri dipendenti l’importanza del cambiamento portato dalle tecnologie e i conseguenti impatti sul business e sulle modalità di lavoro. Uno dei fattori critici è rappresentato dalla mancanza di competenze.
“Un fattore che vediamo anche nello squilibrio tra richieste e numero di ingegneri informatici che il Politecnico di Milano può formare – precisa Mainetti. –. Servono percorsi di formazione continua che non siano limitati ai team IT, ma estesi a tutta l’impresa”. Un trend importante riguarda lo sviluppo delle applicazioni di AI e ML. “Abbiamo censito 721 casi in cui l’impiego di AI e ML ha consentito di sfruttare al meglio il patrimonio dei dati aziendale per giocare nuove partite”, spiega Mainetti. Un altro trend fondamentale riguarda lo sviluppo della mobilità. “Per capirne l’importanza basta vedere come cambiano i pagamenti – prosegue Mainetti – con crescite del 60% per quelli contactless, con i più giovani che li fanno dal loro smartwatch. C’è un cambiamento nei modelli di consumo, un trend che dev’essere cavalcato perché altrimenti si è tagliati fuori, inaccessibili a nuovi potenziali clienti”.
Il cloud per dare più agilità alle imprese
Mainetti porta l’esperienza degli Osservatori sull’impiego del cloud computing come piattaforma abilitante per il cambiamento: “Per essere più agili nel superare gli ostacoli nell’avviamento di nuovi business così come nella creazione dei prodotti di nuova generazione”. Non è un caso che l’uso del cloud cresca in tutte le sue varianti Iaas, Saas e Paas, “contemporaneamente all’interesse per il multicloud e per l’hybrid multicloud”, precisa Mainetti -. Anche se il cloud non è la soluzione a tutti i problemi, è un mezzo per avere a disposizione una cassetta degli attrezzi ricchissima”. Per esempio, per implementare velocemente una chatbot, affidandosi al provider per l’infrastruttura e preoccupandosi soltanto dell’addestramento. Il cloud permette di sperimentare l’innovazione in modo agile: “Nel caso peggiore, fallire senza subirne pesanti conseguenze. È un modo per trovare le nuove strade per tentativi, quindi per crescere sfruttando un approccio incrementale”.
La trasformazione dell’IT: le testimonianze di illycaffè e Ansaldo Energia
Tra le testimonianze portate nel corso dell’evento Executive Exchange 2019 di Milano c’è quella di Francesco Del Ponte, IT infrastructure manager di illycaffé, che negli anni passati ha completato il processo di migrazione al cloud ibrido dell’IT aziendale. “Un’avventura iniziata nel 2010 per aiutare l’internazionalizzazione dell’impresa e portare i servizi IT in Cina, Brasile e USA garantendo continuità nelle fasce orarie”, spiega il manager .“Per questo abbiamo avviato con il partner Engineering un progetto in più fasi iniziato dall’outsourcing, quindi con la creazione di un cloud privato e il passaggio dal singolo cloud a una logica ibrida con gestione multicloud. Questo per poterci avvalere delle risorse disponibili sul mercato servizi garantendo erogazione stabile e misurabile, potendo inoltre contare sulla notevole flessibilità e scalabilità di queste infrastrutture”.
Francesco Bonfiglio, CEO di Engineering D.HUB, ha precisato il ruolo avuto dalla propria azienda nella trasformazione IT di illycaffé: “Abbiamo fornito un supporto bimodale, da una parte prendendoci carico della gestione delle infrastrutture esistenti migrandole nei nostri Data Center e dall’altra accompagnando illycaffè a una graduale trasformazione da un modello tradizionale a uno fortemente basato su cloud privato, il tutto supportando nel percorso le varie e differenti esigenze e definendo tempi e modalità di migrazione con il cliente. La transizione sta proseguendo e il prossimo passaggio è verso la piattaforma totalmente ibrida e multicloud”. L’esperienza con Illycaffé dimostra, secondo Bonfiglio, che il valore e l’approccio distintivo offerto da Engineering sta nella capacità di mettere a disposizione la propria struttura di farm tecnologica, fondamentale per affrontare in tempo reale le tante e non pianificabili problematiche che si incontrano in un percorso di trasformazione. La bi-modalità, ovvero la capacità di far coesistere la gestione del parco tecnologico esistente mentre lo si trasforma, è dunque, secondo Bonfiglio, un ingrediente imprescindibile. “Come partner storico per molti clienti e profondi conoscitori di processi e dinamiche di molti mercati, portiamo a fattore comune esperienze di trasformazione diverse per aiutare a trovare il percorso migliore per ogni cliente e la migliore combinazione di cloud privato e pubblico”.
Altra testimonianza portata all’Executive Exchange 2019 è quella di Ansaldo Energia che ha iniziato a sperimentare tecniche digitali avanzate già nel 2011 per il supporto di impianti in luoghi pericolosi e remoti dove non era possibile inviare personale specializzato. “Siamo stati tra i primi a sperimentare le tecnologie di realtà aumentata e l’assistenza remota – spiega Davide Rizzo head of ICT di Ansaldo Energia -. Punto di partenza per una strategia di digitalizzazione è il consolidamento di processi realizzati con le tecnologie tradizionali”. La modernizzazione ha coperto le fasi di supporto del ciclo produttivo, “dal concept alla produzione, permettendo di sfruttare i dati PLM per le fasi di execution – continua Rizzo -. Abbiamo in corso il progetto per l’estensione del nostro centro di monitoraggio e diagnostica degli impianti da noi serviti in tutto il mondo. Stiamo raccogliendo i dati utili per implementare la manutenzione predittiva”.
Ansaldo Energia sta impiegando VMware in cloud per muovere i propri workload tra sistemi on premise e Iaas, poter disporre dei servizi IT in modo più flessibile in geografie lontane, superando vincoli locali o regolamentari nella gestione dei dati. “Come player nel power generation forse non siamo percepiti dal mercato come un’azienda digitale: bensì stiamo cercando di sfruttare le tecnologie digitali per riuscire a raccogliere più dati possibile dai nostri prodotti e processi, organizzarli in modo da poter applicare l’AI e quindi sfruttarli per servizi futuri da vendere ai nostri clienti”, precisa Rizzo.