Sono circa 8 milioni gli studenti in Italia dalla materna alle superiori e circa 1 milione e 600mila quelli universitari. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi che, fino al 21 febbraio, si alzavano la mattina e andavano verso le loro aule scolastiche o universitarie. Da quella data, prima le poche centinaia delle zone rosse di Codogno, Casalpusterlengo e Vo’ poi, dopo, una decina di giorni quelli di tutta la Lombardia e infine, dal 5 marzo, gli studenti di tutta Italia sono rimasti a casa e le loro case, le loro camerette si sono improvvisamente trasformate in aule scolastiche. E da subito si è capito che la risposta per permettere ai nostri giovani di continuare ad accedere a uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, il diritto allo studio, era una sola: didattica a distanza.
Secondo le stime di Tuttoscuola il sistema scolastico nazionale perderà quasi 75 milioni di ore di lezione: la didattica a distanza permetterebbe di recuperarne almeno 10-15 milioni.
Una vera e propria rivoluzione copernicana per un sistema scolastico che non eccelle nell’utilizzo e nella dotazione di tecnologia, proprio per questo ciò che sta succedendo può essere considerato un piccolo miracolo italiano.
Nel video vengono presentati due esempi virtuosi attivatisi fin dai primi giorni di chiusura delle aule e si conclude con alcuni dati sul crescente utilizzo della didattica a distanza e sull’impatto, positivo, che questo nuova modalità di formazione avrà nel futuro del mondo scolastico italiano.
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