Secondo le stime globali di Idc, il 65% dello storage installato in azienda viene utilizzato per memorizzare dati non primari, ovvero di backup e archivio. L’impatto sui budget It è considerevole e destinato ad aumentare esponenzialmente al crescere del fenomeno Big Data. Alle spese di storage, vanno sommati inoltre i danni economici provocati da eventi di data loss, downtime e mancata recovery. In questo scenario, le soluzioni di backup e protezione rappresentano una priorità strategica per i responsabili IT di qualsiasi organizzazione, indipendentemente da dimensioni e settore (le previsioni Idc indicano che il mercato della data protection e recovery su disco raggiungerà i 18,2 miliardi di dollari nel 2018, con un tasso di crescita annuale composto dal 2014 pari al 6,6%). Nelle moderne infrastrutture ibride, virtualizzate e software defined, occorre quindi pianificare e attuare una strategia di sicurezza olistica e lungimirante, costruita intorno al dato ed estesa oltre alle tradizionali logiche di perimetro aziendale, con l’obiettivo di ridurre Capex e Opex, efficientare i processi e garantire continuità di servizio, senza inficiare le performance dei sistemi e delle applicazioni. Le appliance di data protection, integrando risorse hardware e software, rispondono alle moderne necessità di archiviazione e sicurezza, grazie alla combinazione di funzionalità per backup, deduplica e disaster recovery. Il tutto assicurando il consolidamendo dei sistemi di storage, facilitando le attività di amministrazione e permettendo di risparmiare sia sui costi fissi sia sui consumi energetici. Nel corso del Webcast, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Fujitsu e Intel, in un aperto dibattito, cercheremo di analizzare i seguenti punti:
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